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Esposizione secondaria amianto a causa lavoro di mio padre?

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  • Esposizione secondaria amianto a causa lavoro di mio padre?

    Ultimamente mio padre mi ha rivelato che quando faceva il muratore ha tagliato anche lastre e tubi di eternit (durante le varie ristrutturazioni), senza usare alcun tipo di protezione. Questi episodi chiaramente non sono stati quotidiani, ma occasionali, tuttavia è difficile anche per lui quantificarli (io ipotizzo un centinaio di episodi nell'arco di 35 anni di lavoro). Ora sono ormai 10 anni che è in pensione e fortunatamente non gli è successo nulla, ma oltre alla preoccupazione per la sua salute mi è sorto il dubbio su quella mia e di mia madre. Ho infatti letto che è possibile avere una forte esposizione da chi ha lavorato a contatto con l'amianto a causa dei vestiti da lavoro o delle varie fibre che restano sul corpo e che vengono portate a casa. A onor del vero mi ha anche detto (credo però per rassicurarmi) che la maggior parte delle volte si cambiava i vestiti prima di tornare, e gli abiti da lavoro li metteva in un sacchetto (dei ricordi che ho di quando ero piccolo mi pare che invece tornasse sempre con i vestiti sporchi).

    La mia domanda è per quanto riguarda mio padre si tratta di un esposizione lavorativa e quindi corre alti rischi per il futuro (ora ha quasi settant'anni)?

    Per quanto riguarda me e mia madre potremmo aver subito un'esposizione rilevante e dovremmo preoccuparci?
    Ultima modifica di VincentB; 24-03-2020, 19:15.

  • #2
    Buongiorno VincentB, dare una risposta statisticamente significativa relativamente a suo papà  è complesso. Come spesso detto in questo forum, le casistiche in cui è evidente, al di là  di qualsiasi ragionevole dubbio, il nesso causa-effetto tra esposizione ad amianto e insorgenza di malattie ad esso correlato, sono quelle relative ai lavoratori del comparto amianto (minatori e lavoratori a contatto con la "materia prima", ad esempio). Ovvero tutte quelle esposizioni professionali sottoposte a concentrazioni di fibre assai considerevoli. Significativa è certamente anche l'incidenza delle malattie amianto-correlate anche per i comparti professionali, diciamo così, dell'indotto. Mi riferisco, come nel caso di tuo papà , agli operatori edili. Per questi casi, la questione diventa però più complessa: lo stile di vita, le abitudini (alimentazione impropria, fumo, sedentarietà  ecc) e l'esposizione ad altri agenti inquinanti (vernici, solventi, polveri di lavorazione di altri materiali, fibre di altro genere ecc) incidono certamente sulla predisposizione a contrarre malattie anche amianto-correlate. Basti pensare al fumo di sigaretta: un muratore accanito fumatore, esposto anche ad amianto, si ammalerà  di tumore al polmone solo a causa dell'amianto o è maggiormente predisposto in quanto fumatore? Gli studi dicono che certamente il fumo incide in modo sostanziale. Ma sapere se una persona fumatrice si ammalerà  di tumore al polmone solo per l'una o l'altra causa, è assai difficile da dire.
    Questo detto, pur non essendo medico, se dopo 35 anni di attività , 10 di pensione e raggiunti i 70 anni, tuo papà  non mostra segno alcuno di problemi, probabilmente "altri rischi" non ne corre. Dire quanto valga il "probabilmente" bisognerebbe chiederlo a un medico del lavoro che, forse, ha a disposizione statistiche significative circa l'eccesso di mortalità  dopo i 70 anni, connesso ad un'attività  di 35 anni da muratore.

    Altro discorso è l'esposizione secondaria e indiretta indotta dai vestiti. Il problema è, in questo caso, ancor più complesso da dirimere. Le statistiche in materia sono, almeno per quanto ne so, da un punto di vista scientifico non del tutto sufficienti per definire opportunamente il rischio. Certo è che esistono casi di malattie amianto correlate insorte in famigliari di lavoratori del comparto amianto. Sarebbe però necessario quantificare in modo certo un numero molto ampio di variabili. Per farti un esempio. Quanto fibre erano accumulate sui vestiti e sulle scarpe? Dove venivano lavati? Qual'è stato lo stile di vita tuo e di tua mamma? Di che patologie soffrite? Potrei andare avanti ancora. àˆ solo per farti capire che non ha molto senso dire "avete corso un rischio basso" o "considerevole" o "ma figurati, quale vuoi che sia il problema!". La realtà  è che dare una risposta è assai complesso.

    Per farti un esempio attuale: è come chiedere a chi si occupa oggi del Covid-19 che rischio corre una persona sana di 40 anni, che incrocia un malato accertato, di contrarre il virus e di contrarlo in forma così grave da dover essere ricoverato in terapia intensiva. La risposta non credo esista: il principio di cautela suggerisce che è opportuno non uscire proprio di casa e quindi di minimizzare qualsiasi rischio di contatto.

    La mia risposta è quindi: statisticamente è probabile che il rischio da voi corso sia basso-se non trascurabile-ma esistono fattori al contorno (stile di vita ecc) e condizioni di esposizione (quante fibre c'erano sui vestiti?) che hanno un'incidenza, in sostanza, non quantificabile. Ripeto, è probabile che l'eccesso di rischio rispetto ad una persona che non ha vissuto la vostra situazione, sia basso o molto basso.
    Il mio sito web:
    www.studioricercheambientali.com - Monitoraggi Analisi e Consulenza

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